Storia n. 4
Questa storia vede come protagonisti un geometra che ci presenta una società che produce e monta strutture e case in legno lamellare. Un cliente di quest’ultima società e altri tecnici.
Il geom. M. mi mise in contatto con la H. s.r.l. di P. Avevano la urgenza di capire come procedere con la sopraelevazione di un fabbricato in muratura con strutture leggere in legno lamellare adatte per l’adeguamento sismico.

La situazione sembrava piuttosto semplice. Si trattava di un adeguamento sismico come contemplato nella normativa sulle costruzioni e non vi erano grosse difficoltà.
Dopo la prima telefonata con l’ing. R.G., e dopo il primo incontro presso i nostri uffici, venne fuori il grosso problema del dott. R.R.. Egli non voleva e non poteva procedere a nessun lavoro all’interno del piano in muratura esistente. In pratica dovevamo procedere, se del caso, alla realizzazione del piano primo senza nessuna lavorazione al piano terra perché la famiglia aveva ristrutturato tutto il fabbricato solamente qualche anno precedente.
A questa richiesta, dissi che la situazione non era assolutamente certa, nel senso che non potevamo garantire la riuscita della progettazione strutturale. Spiegai più e più volte che le norme in vigore erano molto restrittive sugli interventi di sopraelevazione e quasi mai avevamo ottenuto risultati positivi dalle verifiche di opere esistenti costruite con tecnologie in muratura e, soprattutto, realizzate (come in quel caso di specie) negli anni 80.

Rimanemmo di intesa che avremmo cercato una strada di fattibilità dell’operazione. Dissi che la progettazione di massima non sarebbe entrata in parcella qualora non fossimo pervenuti ad un risultato ingegneristicamente certo e fattibile.Questa mia oscena proposta, mai utilizzata prima, mi venne in mente sul momento quanto mi dissero, un po’ sconcertati, che avevano pagato invano altri 3 professionisti prima di recarsi presso la nostra società. Tutti e tre avevano proposto interventi strutturali al piano terra ed erano stati scartati.
Io sostenni che la situazione non era semplice. Era piuttosto complicata da attuare e probabilmente non ci saremmo riusciti nemmeno noi, perché non dipendeva certo dall’abilità tecnica ma piuttosto da scelte progettuali legate all’esperienza del singolo e non strettamente collegata alla normativa.
Per farla breve, sudammo moltissimo prima di partorire un progetto strutturale esecutivo e tecnologicamente avanzato che permettesse di adeguare sismicamente il fabbricato operando solamente dall’alto, sul solaio esistente, senza intervenire minimamente sulla famiglia del dott. R.R. che poteva continuare a svolgere la vita di sempre anche durante i lavori, anche se lo sconsigliai per semplici cautele di sicurezza.

Non posso nascondere che l’architetto che seguiva la direzione lavori e la progettazione architettonica ebbe moltissimi dubbi. Addirittura, dopo che il progetto fu consegnato, si presentarono in studio con altri due ingegneri che dovevano seguire i lavori. Questi fecero una miriade di domande, spesso anche molto mirate a contaminare la buona uscita dell’operazione e, soprattutto, la nostra credibilità e autorevolezza.
Senonché, ad oggi il signor R.R. ci risulta che ha eseguito i lavori di sopraelevazione anche se non si è più affidato alla società H. s.r.l. nostra nuova fidelizzata.
Sintesi della storia
Il proprietario di una casa in muratura voleva fare una sopraelevazione con strutture in legno senza che l’impresa facesse interventi strutturali all’interno. Nessuno trova la soluzione per avere allo stesso tempo un adeguamento sismico.

Cosa vogliono dire queste storie?

Queste storie vogliono incentrare la necessità di affidarsi a persone esperte che devono confezionarti su misura una soluzione effettivamente applicabile. Spesso la progettazione è ricca di creatività, di supposizioni e su certezze ingegneristiche. Mixando tutto nei diversi ambiti il business procede e le varie parti del processo restano soddisfatte.

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